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Tipologia Conferenze
Stato Chiuso

La filosofia della scienza nel secolo XX

  • 2025
    1 OTT
    1500 - 1700
Descrizione
Dal progresso scientifico alla libertà intellettuale sono questioni che hanno segnato la filosofia del Novecento e sono divenute rilevanti per le nostre scelte di vita. Comprendere i temi della filosofia della scienza nel XX secolo.

Nel mese di ottobre si è svolto un corso di filosofia tenuto dal Prof. Gianni versace, ex insegnante del liceo scientifico “G.B Grassi” di lecco, di introduzione ad alcune tematiche presenti nel panorama filosofico contemporaneo



LA FILOSOFIA NEL XX SECOLO

Si tratteranno alcune tematiche che derivano da Aristotele, IV secolo. Tutti i grandi filosofi hanno coltivato interessi scientifici in base alle conoscenze del loro tempo. La filosofia della scienza è relativamente recente, la prima cattedra in Italia fu affidata nel 1956 a Pavia a Ludovico Geymonat, che creò una scuola di allievi. Si afferma in Europa e in proposito occorre ricordare come si affermino alcune concezioni teoriche. All’inizio del secolo nasce la relatività di Albert Einstein, la teoria dei quanti, di cui quest’anno è il centenario della nascita della teoria che ha mutato il mondo degli atomi e a livello microscopico. Cambia il mondo fisico e infine il principio di indeterminazione di Heisenberg. Rispetto ad una particella, quanto più ne determiniamo la sua posizione, tanto più si farà fatica a capirne la velocità.

All’inizio del secolo c’è una crisi dei fondamenti, con lo sviluppo enorme della logica formale non più Aristotelica ma al linguaggio della matematica.

Il primo movimento è il neopositivismo logico. Ci sono diverse denominazioni, come empirismo logico, che nasce negli anni 20 a Vienna. Diversi intellettuali si trovano in un caffè e prendono l’abitudine di discutere, creando così un organismo culturale, poi ne nasce un altro a Berlino che si propongono di lanciare un programma filosofico scientifico che verrà pubblicizzato con un manifesto. Nel 29 ha una risonanza elevata a Vienna, che è una grande capitale culturale e scientifica. E’ l’aspirazione a costruire una concezione unitaria della scienza. Gli esponenti con l’avvento del nazismo si trasferiranno all’estero.

I neopositivisti si richiamano all’800 e si rifanno al mito del progresso tecnico scientifico. Compito della filosofia è quello di analizzare le proposizioni dei diversi ambiti culturali e i rapporti con i dati empirici sperimentali.

Presentare la ricerca, sposta la ricerca filosofica non nel cercare la verità ma nel ricercare le conoscenze scientifiche. Portare in luce la struttura sintattica, tipo “tutti gli uomini sono mortali” astraggo dai termini della logica formale. Gli annunciati hanno o no una relazione con l’esperienza. Ridurre concetti astratti vicino alla controllabilità empirica, cioè sono veri o falsi. Se non c’è un metodo gli enunciati sono privi di significato. Significa condannare all’insignificanza tante cose se non verificate empiricamente. La scienza utilizza termini teorici massa – forza, tipo forza gravitazionale. Questi termini teorici sono empiricamente verificati attraverso l’osservazione. La grande tradizione metafisica – i neopositivisti hanno battuto sul punto della filosofia seria. Volontà di rottura molto programmatica – dare elemento diverso al sapere, dare valore alla logica formale, capacità di radiografare le preposizioni. La polemica della non significanza verso questo positivismo. La distinzione del contesto della scoperta e della giustificazione. Se si fa un’affermazione scientifica occorre capire come la si giustifica. Sono prevalse le strutture scientifiche a prescindere dal contesto storico. Concetto di inferenza, una conclusione a prescindere dalle premesse. Un’inferenza induttiva, del tipo mi ha fatto male il pesto e quindi se lo mangio mi farà sempre male.

Metodo ipotetico deduttivo, lo faccio nella mia testa e poi controllo empiricamente. Deduco e poi controllo. Leggi che ambiscono ad avere carattere universale.  Procedimento ipotetico deduttivo per procedere scientificamente.

Polemica dei protocolli: nel momento X, nel luogo Y, il soggetto Z presenta questa caratteristica. Registrare un’esperienza così oggettiva che non comporta alcuna soggettività. Buona parte di questi positivisti si spostano, uno va ad Harvard e faranno la fortuna delle università americane e britanniche, dove predominerà la lingua inglese. L’idea di verificazione è molto critica, Auguste Comte la indebolisce con il concetto di conferma.

Da una scienza che descrive il fenomeno ci aspettiamo che ci dica il perché.

Hempel ha affermato il concetto nomologico (legge) deduttivo. C’è un complesso di leggi, un insieme di condizioni iniziali che mi consentono di applicare. La preposizione è spiegata se ci sono queste due condizioni. La spiegazione ha un carattere probabilistico.

Un altro pensatore austriaco Popper ha fatto critiche al neopositivismo introducendo una prospettiva il falsificazionismo. L’idea che la scienza procede per congetture e confutazioni. Secondo Popper non riuscirò mai ad arrivare alla verifica. Dire che c’è una asimmetria tra legge scientifica e la falsificazione. Lo sforzo del ricercatore scientifico è andare a caccia di falsificazioni e non di verifiche.

E’ vero che i sistemi metafisici non sono controllabili ma sono euristici: occorre fare ricerca.

L’epistemologia post positivista – negli anni 60 era prevalente la scienza neopositivista, negli anni 70 ci sono tendenze opposte al neopositivismo. Thomas Kuhn scrive un saggio sulla struttura delle rivoluzioni scientifiche. Anche le rivoluzioni socio politiche avvengono secondo una cadenza. Kuhn fu anche uno storico, possono comparire delle anomalie che possono mettere in crisi il paradigma.

Paul Feyerabend è andato contro il mito del metodo scientifico. E’ un grande storico della scienza, afferma che in realtà il metodo non esiste, la scienza è andata avanti anche con metodi strani. Lo slogan è “tutto va bene”. Nella scienza il termine di addetto ai lavori è estremamente labile.




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